L’infinito


Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.

Giacomo Leopardi

Eh già…


7 risposte a “L’infinito”

  1. Non amo particolarmente la letteratura leopardiana mi ha sempre dato una sensazione fastidiosa di sfigato passivo che è assolutamente e nettamente all’opposto del mio carattere, però devo ammettere che L’infinito è una poesia bellissima
    P.S.: Magnifica foto enrì

  2. Artemisia, anche io in altri tempi non amavo Leopardi, ma oggi, da adulto e con gli ultimi avvenimenti personali, devo riconsiderare ciò che fu da gioventù.
    Comunque in questi ultimi giorni, avvenimenti tragici a parte, la frase “il naufragar m’è dolce in questo mare” mi si addice proprio…

  3. Oramai sono alla soglia dei 45 anni, vissuti come li ho purtroppo dovuti vivere io diventano 90, ma nonostante tutto non intendo naufragare uhm…diciamo per altri 45 anni và 🙂
    Mi piace remare checcepossofà 🙂

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